Accessori per animali, crollo delle vendite nel 2025 ma tappetini e trasportini non si fermano

Accessori per animali, crollo delle vendite nel 2025 ma tappetini e trasportini non si fermano

Luca Antonelli

Novembre 24, 2025

Il bancone di un negozio specializzato, scatole che restano sullo scaffale e il registratore che segna vendite più basse: questa è l’immagine che riassume l’avvio dell’anno per il comparto degli accessori per animali. I dati raccolti sul canale specializzato evidenziano una contrazione che non è solo statistica ma concreta nella gestione quotidiana dei punti vendita, con scelte d’acquisto dei consumatori più selettive e qualche segmento che resiste.

Trend complessivo e fonte dei dati

I numeri parlano chiaro: il mercato degli accessori per animali da compagnia registra una flessione significativa nel primo trimestre, con una diminuzione del 12,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Su base annua mobile la performance si attesta su un calo del 10,8%, un segnale che indica una tendenza persistente e non limitata a un singolo trimestre. Questi dati derivano dalla rilevazione condotta da Pet B2B su un panel stabile di produttori e distributori del settore.

Accessori per animali, crollo delle vendite nel 2025 ma tappetini e trasportini non si fermano
Accessori per animali, crollo delle vendite nel 2025 ma tappetini e trasportini non si fermano – royalpet.it

La rilevazione copre le dinamiche del sell-in nel canale specializzato e mette in evidenza come la diminuzione delle quantità ordinate impatti le politiche di assortimento e la rotazione scorte in negozio. Per gli operatori è uno strumento di benchmark che permette di confrontare performance e aggiustare strategie commerciali.

Un dettaglio che molti sottovalutano è la differenza tra calo dei volumi e calo del valore medio di scontrino: in diverse realtà italiane si osserva una riduzione degli acquisti impulsivi, con maggiore attenzione a prodotti pratici e durevoli.

Segmenti in crescita: tappetini, trasporto e lettiere

Non tutti i comparti soffrono allo stesso modo. I tappetini igienici e gli accessori per la raccolta delle deiezioni hanno mostrato una dinamica positiva, con una crescita intorno al +10,5% nel trimestre. Allo stesso tempo i prodotti per il trasporto segnano un aumento di circa +8,1%, segno che chi possiede un animale in Italia continua a investire su praticità e mobilità.

Le lettiere rappresentano un caso interessante: su base annua mobile evidenziano un incremento del +5,3%, benché il confronto con lo stesso trimestre dell’anno precedente mostri una flessione più marcata (circa -17%). Questo suggerisce una dinamica di recupero nelle vendite nel medio periodo, con consumatori che tornano a preferire lettiere performanti per l’igiene domestica.

Un fenomeno che in molti notano solo in città è la maggiore richiesta di soluzioni compatte e facilmente smaltibili, elemento che ha favorito la tenuta di lettiere e prodotti per l’igiene. Per i retailer, questi segmenti offrono margini per riposizionare assortimenti e campagne informative rivolte ai proprietari di animali.

Aree in difficoltà e conseguenze per i canali di vendita

Tra i segmenti più penalizzati ci sono l’abbigliamento per cani, che nel confronto trimestrale subisce un crollo intorno al -63,3%, e le attrezzature per toelettatori, in calo di circa -38,4% su base annua mobile. Queste contrazioni riflettono scelte di spesa più rigorose e una priorità verso prodotti utili nella vita quotidiana piuttosto che accessori estetici.

Sul fronte dei canali di vendita, i pet shop indipendenti sono quelli più colpiti, con un calo vicino al -20% nel primo trimestre, mentre le catene specializzate hanno contenuto le perdite a poco più del -2%. Questa differenza mette in luce una maggiore resilienza delle strutture organizzate, che possono ottimizzare assortimenti, logistica e promozioni su scala più ampia.

La rilevazione menziona anche i produttori coinvolti nella raccolta dati: Camon, Croci, Ferplast, Mennuti, Rinaldo Franco, Trixie e United Pets, aziende che rappresentano una parte significativa del comparto accessori in Italia. Per molti negozianti il quadro si traduce in scelte operative concrete: riduzione degli stock, focalizzazione su categorie che girano e rinegoziazione degli spazi espositivi.

Un aspetto che sfugge a chi vive in contesti meno affollati è la pressione sui margini nelle aree urbane, dove i costi fissi spingono i gestori a puntare su prodotti a maggiore rotazione. In molte città italiane questa tendenza condizionerà l’assortimento del prossimo periodo, lasciando spazio a soluzioni pratiche e di uso quotidiano.

×