Un’immagine ricorre spesso nei sondaggi: una cucina o un salotto dove non manca un animale che riceve più attenzioni di un tempo. La fotografia tratta da indagini recenti mostra come i pet siano ormai elementi stabili nelle famiglie europee, con comportamenti di consumo che influenzano prodotti, spazi urbani e servizi. I dati raccolti dalla ricerca belga BEPEFA e dalla federazione europea FEDIAF permettono di mettere a fuoco numeri precisi, preferenze e nuove esigenze. È un pubblico vasto, con scelte che vanno dalla dieta agli spazi pubblici, e con impatti concreti su vendite e politiche locali. Un dettaglio che molti sottovalutano: la composizione demografica dei proprietari cambia radicalmente rispetto a pochi anni fa.
Dati principali e panorama europeo
Le rilevazioni europee raccolte da FEDIAF fotografano un continente con una presenza massiccia di animali da compagnia: 108 milioni di gatti e 90 milioni di cani, affiancati da milioni di uccelli, piccoli mammiferi, acquari e terrari. Complessivamente quasi la metà delle famiglie europee (49%) convive con almeno un pet, una base di domanda che sostiene mercati diversificati per alimenti, accessori e servizi. In termini geografici, i numeri belgi spiccano: 2,05 milioni di cani e 3,08 milioni di gatti segnalati dai dati FEDIAF, a conferma di una penetrazione elevata del fenomeno anche a livello nazionale.

Questi volumi indicano non solo bisogno di prodotti ma anche una richiesta crescente di servizi specialistici, dalla nutrizione personalizzata alle strutture veterinarie. La grande massa di proprietari porta con sé esigenze logistiche e normative, soprattutto nelle aree urbane dove lo spazio è limitato. Un fenomeno che in molte città del Centro-Nord Europa sta già influenzando la pianificazione di parchi e servizi pet-friendly.
Profilo dei proprietari in Belgio e dinamiche di adozione
In Belgio la presenza di animali domestici è consolidata: circa 6 famiglie su 10 ospitano almeno un animale. La ricerca BEPEFA mostra un chiaro spostamento anagrafico: i proprietari sono sempre più giovani. Tra chi ha meno di 34 anni la quota supera il 73%, mentre tra gli over 55 si attesta intorno al 39%. Questo ringiovanimento del profilo ha conseguenze concrete sulle scelte di consumo e comunicazione: canali digitali e prodotti sostenibili risultano più rilevanti per i nuovi proprietari.
La dinamica delle nuove acquisizioni è significativa: 1 famiglia su 6 ha accolto un animale nell’ultimo anno e di queste acquisizioni il 32% proviene da rifugi, salvataggi o adozioni internazionali. Gli allevatori restano ancora una fonte importante, ma l’orientamento verso l’adozione cresce costantemente, segnalando una sensibilità maggiore verso il benessere animale. In media i nuclei familiari belgi contano 3,1 animali, un numero che influisce sulla spesa complessiva e sull’offerta di prodotti multifunzionali.
Un aspetto che spesso sfugge a chi vive in città: la scelta di adottare è anche motivata da valori etici e dalla disponibilità di informazioni online e reti di sostegno. Per questo, le organizzazioni che gestiscono adozioni e i rifugi stanno diventando attori sempre più visibili nel panorama nazionale.
Spesa, scelte di acquisto e bisogni dell’ambiente circostante
I comportamenti di acquisto mostrano criteri concreti: la fase di vita dell’animale, il gradimento gustativo e il prezzo guidano la scelta del cibo. Secondo le ricerche, la nutrizione per cani rappresenta circa il 58% del mercato alimentare mentre quella per gatti vale il 35%. La forma dell’alimento differisce per specie: i gatti consumano principalmente alimenti umidi (60%), i cani prediligono il secco (61%), mentre gli snack occupano una quota limitata ma crescente.
Il budget medio mensile per animale in Belgio è di circa 122 €, cifra che sale a 151 € tra i proprietari più giovani. Nonostante pressioni economiche generali, la maggioranza dei proprietari dichiara di non voler tagliare le spese essenziali per il pet; tuttavia una minoranza valuta alternative più economiche per alcuni prodotti. Un dettaglio che molti sottovalutano è la persistenza della fedeltà al marchio: il 43% dei consumatori decide il brand prima di entrare in negozio, mentre un terzo sceglie dopo aver confrontato le opzioni sullo scaffale.
Sul fronte sociale, le richieste emergenti sono chiare: più spazi pubblici attrezzati, comportamenti responsabili tra i padroni e maggiore accessibilità a locali pet-friendly. La possibilità di portare l’animale al lavoro è ancora limitata: il 16% delle aziende lo consente, ma solo il 12% dei dipendenti lo pratica realmente. Per il 70% dei proprietari il pet è una componente rilevante della vita familiare, un elemento che si traduce in cura, spesa e aspettative verso l’ambiente urbano. Il risultato pratico è che politiche urbane e offerta commerciale dovranno adattarsi: più servizi, più opzioni di adozione e prodotti pensati per nuclei familiari compatti e giovani.
