Gatto stressato? I 5 segnali da cogliere subito: il 38% soffre e pochi lo sanno davvero

Gatto stressato? I 5 segnali da cogliere subito: il 38% soffre e pochi lo sanno davvero

Alessandra Perrone

Novembre 28, 2025

Un gatto che sparisce sotto il letto la sera, rifiuta la ciotola o all’improvviso reagisce con morsi inaspettati: sono scene che molti proprietari raccontano come piccoli incidenti domestici, ma spesso sono segnali di qualcosa di più. Secondo alcuni veterinari, circa il 38% dei gatti che arrivano in clinica mostra almeno un segnale di malessere legato allo stress. Riconoscere questi segnali per tempo non è solo empatia: può evitare che il disagio si trasformi in problemi fisici o comportamentali più gravi. Nella vita quotidiana, differenze apparentemente piccole — la ciotola spostata, una visita inaspettata, o la presenza di un nuovo animale — possono alterare la routine di un felino abitudinario e mettere in crisi il suo senso di territorio. Un dettaglio che molti sottovalutano: la stessa casa che per noi sembra tranquilla può nascondere per il gatto fonti di fastidio continuo, come rumori bassi e prolungati o la mancanza di un punto alto dove osservare.

Quando cambiano i segnali: i cinque campanelli d’allarme

I veterinari e i centri specialistici segnalano una serie di comportamenti ricorrenti che indicano stress o disagio psicologico nel gatto. Primo segnale: la variazione dell’appetito, che può tradursi in iperfagia o, più spesso, in rifiuto del cibo. Secondo: la diminuzione delle interazioni sociali — il gatto evita il contatto fisico con i membri della famiglia e si ritira in angoli isolati. Terzo: l’aumento della pulizia del mantello fino alla comparsa di alopecia da leccamento; in diverse cliniche, tra il 2021 e il 2023, si è stimato che circa il 60% di questi casi sia legato a condizioni ambientali stressanti. Quarto: alterazioni del ritmo sonno‑veglia, con animali più nervosi nella notte o che dormono molto più del normale. Quinto: modifiche nell’uso della casa — marcature urinarie o graffi inusuali — e scoppi di aggressività improvvisa verso persone o altri animali.

Lo staff dei reparti di comportamento ricorda che questi segnali vanno valutati nel loro insieme: un episodio isolato non basta, ma pattern ripetuti richiedono attenzione. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la sovrapposizione degli odori e la mancanza di spazi personali quando più animali condividono appartamenti ristretti; ciò può generare una tensione cronica e degenera lentamente in comportamenti distruttivi. Per questo motivo è utile tenere un diario dei cambiamenti: orari dei pasti, quantità di gioco, e momenti in cui il gatto si isola possono aiutare il veterinario a capire se si tratta di stress passeggero o di un problema da approfondire.

Ambiente, prevenzione e quando consultare il comportamentista

I gatti sono animali territoriali: per questo l’ambiente è una variabile chiave nel prevenire il malessere. Le linee guida sulle esigenze ambientali feline raccomandano di garantire una zona di rifugio per ogni animale, ciotole separate per acqua e cibo e punti d’osservazione in altezza come mensole o tiragraffi. Nelle abitazioni italiane — soprattutto dove convivono più animali — la mancanza di queste soluzioni aumenta il rischio di conflitti invisibili. Un dettaglio che molti sottovalutano è lo spostamento di oggetti apparentemente innocui: la lettiera o un tiragraffi riposizionati possono scatenare ansia e marcature.

Quando il comportamento non migliora, è opportuno rivolgersi a un veterinario comportamentista. Una valutazione specialistica aiuta a distinguere uno stato passeggero da disturbi più complessi, come la sindrome da iperestesia felina o l’ansia da separazione; secondo l’Osservatorio sulla Medicina Comportamentale Animale, nel 2023 le richieste di consulenza sono aumentate del 22% nelle grandi città come Milano e Roma, segnale di una maggiore attenzione ma anche di stili di vita più frenetici che alterano l’equilibrio domestico. Nel frattempo, misure pratiche e semplici mostrano effetti concreti: due sessioni giornaliere di gioco interattivo possono ridurre i livelli di cortisolo, mentre diffusori a base di feromoni sintetici e una dieta equilibrata ricca di triptofano contribuiscono a stabilizzare l’umore.

La prevenzione resta la strategia più efficace: controlli veterinari annuali comprensivi di valutazione comportamentale e piccoli interventi ambientali sono spesso sufficienti a riportare il gatto a uno stato di serenità. Alla fine, la qualità della convivenza familiare migliora visibilmente — meno graffi sui mobili, più interazioni positive con i bambini — e la casa torna a essere uno spazio dove il benessere animale influisce direttamente sul benessere di tutti.

Gatto stressato? I 5 segnali da cogliere subito: il 38% soffre e pochi lo sanno davvero
Gatto stressato? I 5 segnali da cogliere subito: il 38% soffre e pochi lo sanno davvero – royalpet.it

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