Akita, lo straordinario gigante giapponese: carattere, esigenze e segreti per allevarlo al meglio

Akita, lo straordinario gigante giapponese: carattere, esigenze e segreti per allevarlo al meglio

Luca Antonelli

Novembre 29, 2025

In un parco di città un cane possente resta seduto vicino al suo proprietario, osservando ogni movimento dei passanti con un’attenzione misurata: non è un animale che cerca il centro della scena, ma che controlla il perimetro. Chi lo conosce lo identifica subito come Akita, una presenza di taglia grande che mette ordine nello spazio attorno a sé. Quel comportamento, fermo e silenzioso, racconta molto della razza: radici geografiche, funzioni antiche e una personalità poco incline alla spontaneità con gli estranei. In queste righe spiegheremo come capire se questo cane è adatto a un determinato stile di vita, quali sono le sue necessità quotidiane e quali precauzioni servono per convivere serenamente con lui.

Origine e identità

L’Akita nasce nella provincia di Akita, nella parte settentrionale del Giappone, ed è il risultato di secoli di selezione per resistenza e temperamento. La razza è stata impiegata come cane da caccia su selvaggina di grossa taglia e, nello stesso tempo, come animale da protezione: lo raccontano gli archivi e le tradizioni locali. Per questo motivo l’Akita porta con sé un bagaglio comportamentale fatto di autonomia e senso del territorio, non sempre immediatamente compatibile con chi cerca un cane altamente accondiscendente.

Akita, lo straordinario gigante giapponese: carattere, esigenze e segreti per allevarlo al meglio
Akita, lo straordinario gigante giapponese: carattere, esigenze e segreti per allevarlo al meglio – royalpet.it

Nel corso del tempo, con il divieto dei combattimenti tra animali, la funzione dell’Akita si è spostata verso attività di guardia e compagnia selezionata. Alcune associazioni giapponesi hanno lavorato per preservare la tipicità della razza, considerandola un patrimonio nazionale da tutelare. Un dettaglio che molti sottovalutano è la differenza tra linee allevate per esposizione e quelle per lavoro: la prima privilegia aspetto e standard, la seconda temperamento e resistenza.

Per chi vive in Italia o in altre regioni europee, è utile sapere che la storia dell’Akita influisce ancora oggi sul comportamento: è un cane che tende a stabilire legami profondi con uno o pochi referenti umani e che può risultare distaccato con gli estranei. Questo non significa aggressività di per sé, ma richiede una gestione consapevole fin dai primi mesi.

Aspetto fisico, movimento e cura del manto

Esteticamente l’Akita è massiccio e proporzionato: i maschi si attestano mediamente tra i 64 e i 70 cm di altezza, le femmine sono leggermente più piccole. Il peso varia in funzione della struttura e dell’età, ma rimane su valori consistentemente elevati per la taglia. L’elemento più caratteristico è il doppio mantello, formato da un pelo esterno più duro e da un sottopelo soffice che garantisce protezione termica in climi freddi.

Per mantenere il pelo in buone condizioni serve una routine regolare: spazzolate frequenti aiutano a rimuovere il pelo morto e a limitare la dispersione domestica. Durante la muta, che avviene tipicamente due volte l’anno, è utile impiegare strumenti adatti per eliminare il sottopelo in eccesso e ridurre l’accumulo di nodi. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è l’aumento dello spessore del sottopelo; tenere sotto controllo la toelettatura evita problemi di termoregolazione quando cambia la stagione.

Dal punto di vista motorio, l’Akita non è un cane iperattivo ma necessita di esercizio quotidiano: passeggiate dinamiche e momenti di corsa controllata sono importanti. Considerare almeno un’ora al giorno, distribuita su più uscite, aiuta a gestire il suo peso e a prevenire tensioni articolari. Chi vive in contesti urbani deve pianificare percorsi sicuri, dato che l’istinto di caccia può indurre a precipitazioni verso piccoli animali.

Salute, alimentazione e comportamento in famiglia

Sul fronte sanitario l’Akita presenta alcune fragilità tipiche delle razze di taglia grande. Tra le condizioni più rilevanti si segnalano la displasia dell’anca, disturbi oculari ereditarî e la torsione gastrica, quest’ultima una situazione acuta che richiede prevenzione nella gestione dei pasti. Per questo motivo è prassi sottoporre gli esemplari destinati all’allevamento a controlli ortopedici e oculistici specifici.

In termini alimentari è preferibile un piano bilanciato e di alta digeribilità, con porzioni frazionate per ridurre il rischio di torsione. Alimenti ricchi di proteine di qualità e con un profilo energetico adeguato supportano massa muscolare e salute articolare. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la necessità di abbinare dieta e movimento: senza adeguata attività fisica anche una dieta corretta può portare a sovrappeso e conseguenze metaboliche.

Sul piano comportamentale l’addestramento dev’essere precoce e basato sulla socializzazione precoce. L’Akita risponde bene a metodi fermi ma rispettosi; non è indicato l’uso di coercizioni. Per i nuclei familiari con bambini è fondamentale impostare regole chiare e supervisionare le interazioni: l’Akita può essere affettuoso con i membri della casa, ma tende a preferire ruoli definiti. Per molti proprietari emerge una caratteristica ricorrente: l’Akita lega profondamente a una figura di riferimento e, per questo, la qualità della relazione umana è spesso il fattore decisivo per una convivenza stabile.

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